Il fumo e l’arrosto
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La valigia del nonsenso
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Fundraising for the Conservation of the Great Synagogue of Torino
TECHNICAL REPORT: PIAZZETTA PRIMO LEVI 12, TORINO
At the close of 2017, subsequent to finding some debris fallen from the cornice of the Great Synagogue, the affected zones were inspected with appropriate equipment. Safety was restored but further criticalities emerged:
1. FACADE OF THE SYNAGOGUE
Other areas of materials detached from the cornice were found:



2. ROOF OF THE GREAT SYNAGOGUE
There has been serious water ingress due to rain, affecting the roof of the Great Synagogue. The evidence is clearly visible inside the Synagogue, having damaged the supporting structure that now requires cleaning, restoration and repainting. There are different areas with criticalities, that need maintenance or substitution of the rendering and a new waterproofing layer. In order to do this, a Roof Safety Wire and a man-sized access hatch must be installed, in order to permit safe access the work area and for future maintenance.
3. REDECORATION OF THE GREAT SYNAGOGUE

4. TOWER ACCESS GATE
Access to the four towers needs security gates to be installed. These will permit better access to the domes, currently quite difficult and unsafe via a man-hole in the ceiling above the stairwells.5. CAPITALS IN THE GREAT SYNAGOGUE INTERIOR




6. DECORATION AND RESTORATION OF THE FACADE OF THE GREAT SYNAGOGUE, PIAZZETTA PRIMO LEVI 12
Access gained by using scaffolding and crane baskets will be needed to restore the decoration of the lower facade: below the first cornice (pillars, inscriptions, wooden finishings), and to render uniform the appearance of the repaired and original areas, to guarantee a durable result.7. PERIMETER RAILINGS AND WALL

STUDIO TECNICO DI ARCHITETTURA ED INGEGNERIA Luciano FAVERO Architetto – Francesco STANTE Architetto
COSTS
The proposed building work is being studied and tenders gathered, but the preliminary estimates indicate €60-70 000 just to cover the immediate tasks fundamental for safety, consolidation, conservation and the redecoration of deteriorated areas. The building is due for a full internal redecoration and needs improvements for the acoustics, which were never satisfactory following the post WWII rebuilding. This raises the estimates to at least €100 000 in total.DONATIONS
In order to receive receipts for donations in the correct format, it is important to communicate precise data (fiscal codes and phrases) to the administrative office, and indicate the intended destination of the donation: Building Fund for the Conservation of the SynagogueUS Tax Deductions
For donators to benefit from Tax deductions please visit and contribute through Torino Synagogue Fundraising Project.
UK Gift Aid
For donations to benefit from UK Gift Aid we shall have instructions ready shortly
Italy Tax Benefits
Please see the Italian version
Comunità Ebraica di Torino
Tel. 011.650.83.32 Fax 011.669.11.73 E-mail: segreteria@torinoebraica.it Piazzetta Primo Levi, 12 – 10125 TorinoIBAN: BANCA PROSSIMA IT 73 W 03359 01600 100000002570 BIC/SWIFT: BCITITMXXXX CCP: 29650108
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Strappo alla regola
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Energia rinnovabile
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Hesped Giorgio Foà z.l.
Fra due mesi sarebbero stati 25 anni. Mi guardavo spaesato intorno, mentre sedevo per la prima volta nell’ufficio al primo piano dell’allora Via Pio V, 12. Era la mattina di lunedì 22 marzo 1993. La porta si spalancò all’improvviso. Senza essersi annunciato, un uomo avanzò e, come se ci fossimo conosciuti da una vita, mi abbracciò. Ricordo le sue parole: “Signor Rabbino, benvenuto. Ieri sono diventato nonno”. Quale migliore auspicio per il mio nuovo incarico! Da allora l’immediatezza dell’approccio e l’assoluta mancanza di formalità caratterizzarono i nostri rapporti. Compresi immediatamente che quello stile così personale era in realtà fondato su una profonda serietà di intenti e un legame con gli esseri umani, i valori e le istituzioni così raro al giorno d’oggi. Non potendo con profondo rammarico presenziare al funerale di Giorgio David ben Gastone Foà a causa dei miei impegni di insegnante a Milano voglio associarmi a coloro che certamente ricorderanno i molteplici aspetti della Sua personalità. Del suo attaccamento a Israele tramite il Keren Kayyemet, del suo costante aiuto ai giovani di Tza’ad Qadimah parleranno altri meglio di me. Ho avuto a mia volta il privilegio di seguirlo in tanti anni e mi soffermerò brevemente su tre ricordi che di lui serbo particolarmente cari. Era un grande frequentatore del Bet ha-Kenesset e credeva fermamente nel valore della Tefillah. Arrivava puntualissimo, sovente nel buio delle mattine d’inverno scorgevo la sua fisionomia mentre attraversava Corso Vittorio, diretto alla Sinagoga, svicolando fra una vettura e l’altra. Una sola volta arrivò con una decina di minuti di ritardo alla funzione delle sette del mattino. Era il primo giorno di Chol ha-Mo’ed di Sukkot, settembre 2001. Era appena occorsa l’alluvione del Po che aveva paralizzato la città: tutti ricorderanno l’estremità superiore ricurva dei lampioni lungo i Murazzi emergere dall’acqua. Giorgio, che allora abitava ancora a Pino, si giustificò dicendo che aveva dovuto fare un lungo detour prima di trovare un ponte sul fiume che fosse aperto. Ma alla Tefillah non volle mancare neanche quel giorno. Uomo di grande Ghemilut Chassadim verso i vivi e verso i morti, per anni si prestò a farmi letteralmente da accompagnatore-autista nel mese di Elul-Settembre quando visitiamo i cimiteri della provincia prima delle Feste Autunnali. Allorché Rosh-ha-Shanah cadeva ai primi di settembre, capitava di dover anticipare alcune cerimonie già all’ultima domenica di agosto, mentre ero ancora in vacanza. Ricordo che più di una volta mi veniva a prendere e mi riportava a Limone, dove trascorrevo le ferie estive. Erano, quelli, appuntamenti annuali che attendevo perché sapevo di trascorrere giornate in allegra compagnia, a controbilanciare in un certo senso l’austero compito che ci attendeva. Ma soprattutto ho distinto il ricordo di quando scivolai e mi ruppi il ginocchio nel maggio dello stesso anno 2001. Fu naturalmente Giorgio a offrirsi di trasportarmi ogni volta con la sua macchina all’ospedale per le visite periodiche e le radiografie di controllo. Non sempre il personale sanitario era solerte nel consegnare i referti. In tal caso era Giorgio, con la sua imprevedibile verve, a battere sul vetro dello sportello, accompagnandosi con la sua voce tonante, con l’effetto di accorciare immancabilmente i tempi d’attesa! Caro Giorgio, Ti ringrazio di avermi aspettato l’altra sera, Motzaè Shabbat Shirah (“della Cantica”), 12 shevat 5778. Ci mancherà la Tua bonomia e la Tua indomabile gioia di vivere, segno – a mio avviso – dell’alta considerazione in cui anche il Santo Benedetto Ti teneva, ne sono certo. Grazie per tutto quello che ci hai dato, Giorgio, ci mancherai tantissimo: il Tuo ricordo sia di berakhah per ognuno di noi.
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Parashah Bo 5778 – Fare domande serve
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