Libri gennaio 2023

Musica sono per me le tue leggi : storie di Davide, re di Israele / Ugo Volli. – Milano : La nave di Teseo, 2022. – 535 p. : ill. ; 22 cm L.III.42

Attraverso il fuoco / Gabriele Rubini. – [Firenze] : Nardini, 2022. – 532 p ; 20 cm. L.III.43

Amatissime / Giulia Caminito. – Roma : Perrone, 2022. – 171 p. ; 21 cm L.III.40

Il mondo fuori dal ghetto : i viaggi di Moisé Vita Cafsuto, gioielliere dei Medici / Asher Salah. – Torino : Paideia, 2022. – 463 p. ; 24 cm

Essere altrove : scritti sull’ebraismo / Emilio Jona. – Vicenza : Pozza, 2022. – 315 p. ; 22 cm L.III.43

 

 

Carne kasher glatt fresca (per promemoria 3/12)

Nella settimana dal 6 al 10 dicembre sarà possibile inviare gli ordini di carne fresca alla macelleria Asitonai con consegna intorno al 15 dicembre.
Gli ordini devono essere inviati direttamente alla Macelleria Asitonai preferibilmente via e-mail (raffaelehassanas@gmail.com) o Whatsapp (3516741265):
Ricordiamo alcune istruzioni già inviate in precedenza:
l’ordine deve contenere: Nome e Cognome del richiedente, indirizzo con eventuali specifiche di consegna (es. suonare citofono, interno, ecc) e numero di telefono. In presenza di dati non completi, non sarà possibile procedere alla consegna, che verrà effettuata a domicilio dal ristorante ENO’. Il costo di 10 € dovrà essere pagato ad ENO’ al momento della consegna. ENO’ rilascerà al cliente una ricevuta (predisposta preventivamente dalla Comunità);
il pagamento della carne avverrà con bonifico diretto effettuato dai singoli clienti al macellaio Raphael Asitonai. Iban: IT34E0832703253000000002050
Appena eseguito il bonifico è necessario comunicare, via email (raffaelehassanas@gmail.com) o Whatsapp (3516741265), al macellaio l’avvenuto pagamento per l’emissione dello scontrino fiscale.

Ricordiamo che fino al 2 dicembre non sarà erogato il servizio di ristorazione kasher, mentre rimane regolare la vendita dei prodotti (formaggi e vini).

Nelle ultime settimane la Comunità è stata coinvolta, a vari livelli, per fornire assistenza in seguito alla tragedia del Mottarone, che ha sconvolto tutti noi. L’unico superstite, il piccolo Eithan, è stato in cura presso l’ospedale Regina Margherita, e come avrete appreso dai mezzi di informazione, è tornato già da alcuni giorni nel pavese, dove proseguirà la riabilitazione, con la zia. Le sue condizioni fisiche sono in continuo miglioramento, oltre le più rosee aspettative, ma la strada, in modo particolare a livello psicologico, è ancora lunga. Auguro al piccolo Eithan di ritrovare quanto prima, per quanto possibile, la serenità e la spensieratezza che ogni bambino dovrebbe avere, circondato dall’affetto dei propri cari.
Desideravo ringraziare quanti discretamente hanno offerto generosamente il proprio aiuto in questa difficilissima situazione, fornendo sostegno morale, logistico ed economico, e unirmi al Presidente nel sottolineare il contributo fornito dal responsabile della Chevrà Qaddishà, Daniel Treves, che mi ha accompagnato nei momenti più duri e strazianti di questa esperienza.
Tornando alla nostra Comunità, l’estate che sta per iniziare dovrebbe segnare un ritorno quasi completo alla normalità, e le attività della Comunità di conseguenza dovrebbero assumere gradualmente delle modalità simili a quelle che conoscevamo prima del COVID. Per l’autunno – ma non voglio dare anticipazioni – stanno prendendo forma varie iniziative molto interessanti. Confido nella vitalità, nello spirito di partecipazione e nella propositività che caratterizzavano, sino a non molto tempo fa, la nostra Comunità affinché queste e altre iniziative possano avere una buona riuscita.
Spero che anche la vita del Bet ha-keneset possa riprendere, già a partire dalle Selichot, che inizieranno il 29 agosto, a pieno ritmo. Sarà importante il contributo di tutti, in modo particolare dei più giovani, per ricostituire e rafforzare il minian, colpito da varie defezioni e dalla scomparsa di alcuni frequentatori abituali negli ultimi anni.
Le feste autunnali quest’anno cadranno molto presto. Rosh ha-shanà cadrà il 7 e l’8 settembre, mentre Kippur il 16 settembre. Le tradizionali visite ai cimiteri delle sezioni inizieranno invece già alla fine di agosto. In questo momento non siamo in grado di fare delle previsioni puntuali sul quadro che troveremo, e ci stiamo preparando per i vari scenari. Chiaramente, con la riapertura degli uffici comunitari dopo la pausa estiva, forniremo tempestivamente tutte le informazioni del caso.
Molti di noi, me compreso, durante questa estate avranno finalmente la possibilità di incontrare nuovamente i propri cari dopo tanto tempo. Quest’ultimo periodo ci ha sottoposto a molte diverse prove, e dovremo riscoprire tante piccole gioie della vita, che forse prima non eravamo in grado di apprezzare a dovere.

Rav Ariel Di Porto

Ripartenze (Prima pagina notiziario giugno 2021)

Uno dei termini che negli ultimi mesi si sente più frequentemente, nei più svariati contesti, è il termine ripartenza. Quanto avverrà prossimamente avrà senza dubbio un forte valore simbolico ed un impatto sui comportamenti e sulle abitudini che in futuro ci accompagneranno. Credo che questo discorso sia molto rilevante anche per la nostra Comunità. Gli sforzi profusi da parte della Comunità nell’ultimo anno non hanno raggiunto uniformemente tutti gli interessati. Ciò è imputabile a diversi fattori e limitazioni, dettati dalla situazione contingente. A breve, ci auguriamo tutti, queste limitazioni verranno accantonate, e sarà possibile tornare a una vita simile a quella che conoscevamo. Al contempo, anche le giustificazioni verranno ridimensionate. Durante l’ultimo Shavu’ot, vissuto nell’ansia e nell’angoscia per via della drammatica situazione in Israele, si è percepita in maniera abbastanza netta, ancora più che in passato, la disaffezione verso il Beth ha-Keneset da parte di un segmento fondamentale della Comunità, rappresentato dagli under 60 (!). Anche se ragioniamo sulle attività online organizzate negli ultimi mesi, il discorso non si sposta di molto. Certe dinamiche coinvolgono tante comunità della diaspora, e hanno diverse cause. Ad esempio, parlando in generale, gli elementi territoriali in un contesto sempre più globalizzato esercitano un peso progressivamente inferiore. Non vorrei ripetermi, ma per una realtà come la nostra queste dinamiche possono rivelarsi fatali. I gruppi più grandi risultano assottigliati, quelli più piccoli formalmente rimangono in piedi, ma di fatto non esistono. Noi ci troviamo, per via dei nostri numeri e della nostra struttura, in un momento cruciale per il nostro futuro, perché, in assenza di un ricambio fisiologico, la strada è irrimediabilmente – parola orrenda e per nulla ebraica – segnata. Pensare che non vi sia materiale umano sarebbe miope. Le persone e le risorse ci sarebbero, spesso mancano impegno e coinvolgimento. Anche qui le cause possono essere molteplici: sicuramente è possibile recriminare e attribuire alla struttura determinate carenze, ma per quanto i singoli individui possano esercitare un’influenza, francamente, per quanto si possa fare autocritica, sarebbe sovrastimata. Storicamente dei nuclei ben più piccoli, e per evidenti motivi più compatti, riuscivano a strutturare una vita ebraica più intensa e consapevole della nostra. È innegabile che le mutate caratteristiche del nostro mondo abbiano esasperato determinati processi, già in atto, ma il mondo ebraico nel tempo si è distinto per l’elaborazione di modelli originali che permettessero di confrontarsi con i cambiamenti. Questa ripartenza può essere l’occasione per avviare una nuova era per la nostra Comunità, ma è indispensabile il contributo di tutti. 

Rav Ariel Di Porto

L’ultimo giorno di Pesach ci ha lasciato Rav Elia Richetti, che avevamo ospitato in Comunità nel febbraio dello scorso anno in una bellissima e partecipata serata all’insegna della musica sinagogale, che era una sua grande passione. Spero che qualcuno possa raccogliere il testimone nella salvaguardia del patrimonio liturgico delle comunità italiane, alla quale Rav Richetti si era dedicato con coinvolgente entusiasmo. In una intervista del 2018 a Mosaico, commentando l’introduzione a Milano di musiche, sefardite, tunisine, ashkenazite, affermò: “Ho voluto portare il mondo intero su questa Tevà, ma sotto forma di note musicali”. Mi è difficile scrivere di una figura che ha dato tanto all’ebraismo italiano, in modo particolare alle comunità del Nord, per via dei numerosi aspetti, professionali e umani, che dovrei menzionare. La sua apertura verso il mondo e verso gli altri esseri umani in generale era notevole. Ha ricoperto un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella crescita del dialogo interreligioso.  Amato rabbino capo di Trieste e Venezia, ha dedicato buona parte della sua esperienza rabbinica alla sua Milano, città in cui è nato, che ha conosciuto a fondo e amato. Mi ha colpito molto leggere le decine di commenti, di autorità e persone comuni, ebrei e non, nell’articolo del Bollettino di Milano che lo ricordava. Tutti lo hanno apprezzato per i suoi tanti interessi e per alcuni lati del suo carattere, che rappresentano un elemento fondamentale nella personalità di un rabbino: l’umiltà, la moralità, la curiosità, la disponibilità, la predisposizione all’ascolto, la simpatia, l’umorismo, la capacità di accogliere le persone con calore e disponibilità. Chi lo ha conosciuto non potrà dimenticare i suoi occhi, veloci e curiosi, che erano pronti a cogliere i minimi particolari in quello che vedeva, mantenendo la capacità di vedere il mondo con il candore di un bambino. Rav Richetti era coinvolto in mille progetti e iniziative, era sempre presente per tutti. Ero affascinato dalla sua presenza sui social network, dove interveniva con perizia e semplicità sulle questioni più disparate, non necessariamente rabbiniche. Maestro amatissimo nelle scuole ebraiche, rabbino presente nelle circostanze felici e tristi delle famiglie, cantore eccezionale nelle cerimonie in tanti Batè ha-keneset, ha istruito generazioni di ebrei italiani, accompagnando con dedizione la Comunità di Milano e non solo in una significativa crescita. L’ebraismo italiano perde un suo grande rappresentante, che è stato capace di essere il rabbino di tutti. Spero che in un prossimo futuro potremo assistere alla rappresentazione dello spettacolo scritto da lui, ispirato a Tewje il lattivendolo di Shalom Alechem, che doveva andare in scena a marzo scorso, bloccato per lo scoppio della pandemia. Il suo ricordo sia di benedizione.

Rav Ariel Di Porto

Un Pesach particolare

Ormai è passato oltre un anno dall’inizio della pandemia che ha sconvolto le nostre vite. Probabilmente Pesach è stato il momento in cui abbiamo percepito più distintamente quanto fosse difficoltosa la situazione in cui tutti ci trovavamo coinvolti. Anche quest’anno si preannuncia un Pesach difficile. Nel momento in cui scrivo, sebbene manchino appena pochi giorni all’inizio della festa, ci sono degli aspetti che non sono pienamente definiti. Vi prego quindi di controllare le comunicazioni che la Comunità ha inviato nei giorni passati e quelle eventuali che invierà nei prossimi giorni. Anche questa volta l’impegno profuso per organizzare il tutto è stato notevole, e voglio ringraziare quanti si sono prodigati a vari livelli per costruire questo impianto. Salvo sorprese dell’ultima ora, avremo, diversamente dallo scorso anno, la possibilità di ritrovarci al Bet ha-keneset per la tefillà.  

Quest’anno i preparativi di Pesach saranno diversi dal solito, per via di una particolarità nel calendario, per la quale il primo Seder sarà Sabato 27 sera. La vigilia di Pesach sarà quindi di Shabbat, e ciò comporterà alcuni cambiamenti nelle tempistiche rispetto agli altri anni, che riassumo. Ricordo che nei giorni passati è stato diffuso un opuscolo a cura dell’Ufficio rabbinico con molti particolari su queste norme. Il digiuno dei primogeniti sarà anticipato a giovedì 25 marzo. Quella mattina pregheremo al Bet ha-keneset e il Siyum massekhet (la conclusione dello studio di un trattato talmudico) sarà anche trasmesso in diretta per quanti non potranno venire al Bet ha-keneset. La ricerca del chametz è anticipata a giovedì sera; l’eliminazione fisica del chametz, sebbene sia consentito consumare chametz sino alla mattina di sabato alle 10.04, avverrà venerdì mattina, così come tutte le operazioni di kasherizzazione delle stoviglie andranno completate venerdì mattina. Sarà necessario difatti avere la possibilità di preparare, utilizzando le stoviglie kasher lePesach, i pasti per lo Shabbat e per il Seder di Sabato sera. L’eventuale delega per la vendita del chametz dovrà essere consegnata o inviata entro venerdì mattina. Per i pasti di venerdì sera e Sabato mattina è necessario recitare l’ha-motzì, utilizzando del pane (da consumare tassativamente entro le 10.04 di Sabato 27) o della matzà all’uovo. Entro le 11.20 di Sabato 27 verrà recitata come ogni anno la formula di annullamento del chametz.  

Voglio ribadire un concetto che ho avuto modo di esprimere varie volte in questi mesi. Molti correligionari si trovano in difficoltà per vari motivi, economici, emotivi, sociali. È di vitale importanza in questo frangente che ciascuno si impegni a dedicare una piccola parte del proprio tempo e capacità per alleviare queste sofferenze. In molti casi una telefonata o un’offerta di aiuto può rivelarsi di fondamentale importanza per le persone.  

Auguro a tutti voi e ai vostri cari un Pesach sereno e felice. 

Rav Ariel Di Porto

Nuova lista prodotti kasher ARI – Lista 2021 – v. 01

Nuova lista prodotti kasher ARI – 2021 v. 01

L’ARI, Assemblea Rabbinica Italiana, ha predisposto e tiene continuamente aggiornata una lista di prodotti kasher.

Una importante caratteristica di questa lista è che non elenca solo prodotti certificati e con indicazione di kasherut sulla confezione, ma anche molti altri prodotti la cui kasherut risulta comunque accertata. Da certificazioni note, anche se non presenti sulla confezione, da altre liste analoghe o da specifiche comunicazioni dei vari rabbini.

In tal modo la gamma dei prodotti sicuramente kasher che il consumatore può acquistare in negozi e supermercati viene notevolmente ampliata.

Qui di seguito la lista aggiornata

Kashrut ARI – Lista 2021 – 1

Archivio Ebraico Terracini

Chi fosse interessato a diventare socio dell’Archivio Terracini o semplicemente essere inserito nella sua mailng list, può scrivere all’indirizzo info@archivioterracini.it

 

 

Via le nubi!

È passato quasi un anno dal lockdown dello scorso marzo. In quella notte di Purim le nostre sorti in quanto ebrei italiani sono mutate sensibilmente, e di lì a poco la quasi totalità del mondo ebraico sarebbe stata catapultata in un clima surreale, in uno dei momenti dell’anno, quello che conduce alla festa di Pesach, fra i più sentiti e vivaci. In molti casi non ci è stato possibile celebrare il Seder di Pesach con i nostri affetti, e non ci siamo neppure potuti riunire in preghiera nel Bet ha-keneset per via della drammatica situazione. Da allora sembra passata un’eternità, ed eccoci di nuovo a prepararci a Pesach, fra tante paure e nuove speranze. Vari membri della nostra Comunità, e nei prossimi mesi saranno sempre di più, nella speranza che si tratti di una misura efficace e definitiva, sono stati vaccinati. I numeri che arrivano da Israele, impegnato in una poderosa campagna vaccinale, fanno ben sperare. Ma è assolutamente evidente che non sia opportuno in questo momento abbassare la guardia, dal momento che ancora oggi ci troviamo in una situazione quantomai incerta. È già certo che, con grande rammarico, anche quest’anno non sarà possibile organizzare sedarim pubblici. 

Per via della situazione in continua evoluzione, sebbene manchino appena poche settimane all’inizio di Pesach, non siamo ancora in grado di fornire delle informazioni precise su alcuni aspetti organizzativi, in modo particolare riguardo le modalità di distribuzione dei viveri kasher lePesach, e vi preghiamo pertanto di prestare attenzione alle informazioni che verranno prontamente fornite dalla Comunità tramite i canali istituzionali. A questo proposito vi prego di comunicare agli Uffici della Comunità eventuali modifiche ai vostri numeri telefonici e soprattutto agli indirizzi elettronici (e-mail) che sono il principale strumento utilizzato dalla Comunità per comunicare con gli iscritti. 

Lo scorso anno uno degli aspetti in cui l’impianto edificato in fretta e furia dalla Comunità ha funzionato meglio è stato quello dell’assistenza agli iscritti, fornita grazie all’aiuto di numerosi volontari che si erano messi a disposizione. Spero che anche quest’anno l’esperimento, anche se le circostanze sono mutate, possa ripetersi. All’interno della comunità la pandemia ha acuito situazioni di disagio e di solitudine, e spesso una semplice telefonata può rivelarsi un grande aiuto per le persone.  

Quest’anno peraltro Pesach è caratterizzato da una particolarità, dal momento che inizierà di Sabato sera, evento abbastanza raro, che non si verificava da oltre un decennio, che prevede l’applicazione di norme particolari valide per tale circostanza. La tempistica dei numerosi momenti che normalmente caratterizzano la vigilia di Pesach, che quest’anno cade di Shabbat, sarà differente dal solito, e ci sono delle norme speciali relative ai pasti dello Shabbat. Anche l’orario della tefillà del Sabato mattina della vigilia sarà sensibilmente anticipato. Per i dettagli rimando all’opuscolo preparato dall’Ufficio Rabbinico sulle norme di Pesach, che verrà diffuso nei prossimi giorni, ricordando che l’ufficio è a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.  

Auguro a tutti, nella speranza che le nubi all’orizzonte scompaiano presto, di passare un Pesach sereno e felice. Chag sameach! 

Rav Ariel Di Porto