Calendario Eventi Novembre 2024

venerdì    1°  novembre, ore 17.00
Attività e cena per Shabbat Noach
Centro sociale, P.tta Primo Levi 12, Torino

Organizzato da Comunità ebraica Torino

1 – 3 novembre
Limmud Italia Days: Firenze 2024
    
lunedì 4 novembre
"Profilo critico della storia del sionismo nelle sue diverse tendenze, Da Gerusalemme a Gerusalemme"

Organizzato da AEC, Università della Terza Età

lunedì 4 novembre, ore 18.00 
"Immigrazione e convivenza, Question Time nel mondo ebraico"
Piattaforma Online

Organizzato da Ucei

martedì 5 novembre, ore 9.00
Novecento di tanti, novecento di tutti
MEIS, via Piangipane 81, Ferrara

Organizzato da MEIS

mercoledì 6 novembre, ore 9.30
Chi ha un figlio che studia la Torah è come se non morisse
Palazzo d'Azeglio, via Principe Amedeo 34 Torino

Organizzato da Camis De Fonseca

mercoledì 6 novembre, ore 15.00
Consegna medaglia e attestato Giusti a Torino
Centro sociale, P.tta Primo Levi 12, Torino

Organizzato da Comunità ebraica Torino

mercoledì 6 novembre, ore 18.30
Presentazione progetto ricostruzione Kibbutz Holit
Centro sociale, P.tta Primo Levi 12, Torino

Organizzato da Comunità ebraica Torino

giovedì 7 novembre, ore 11.00
Consegna medaglia e attestato Giusti a Mondovì
Sala Conferenze Museo della Ceramica, Piazza Maggiore 1

Organizzato da Comunità ebraica Torino

8 – 10 novembre
Shabbaton a Pisa

Organizzato da UCEI

lunedì 11 novembre, ore 17.30
"Ciclo storico religioso, Ebraismo e secolarizzazione"
Centro sociale, P.tta Primo Levi 12, Torino

Organizzato da Comunità ebraica, AEC, Dipartimento studi storici

martedì 12 novembre
OPEN DAY – Scuole Ebraiche
via Sant'Anselmo 7, Torino

Organizzato da Scuole Ebraiche

martedì 12 novembre, ore 21.00
Esito elezioni americane sul quadro mondiale
Polo del '900, Piazzetta Franco Antonicelli

Organizzato da Comunità ebraica Torino, Libreria Claudiana

martedì 12 – giovedì 14
Esposizione per progetto di ricostruzione Kibbutz Holit
Centro sociale, P.tta Primo Levi 12, Torino

Organizzato da Comunità ebraica Torino

mercoledì 13 novembre, ore 21.00
L'alchimia delle lettere, inaugurazione della mostra
Studio Acribia, via Parma 52, Torino

Organizzato da Studio Acribia

giovedì 14 novembre, ore 18.00
Asta per progetto di ricostruzione Kibbutz Holit
Centro sociale, P.tta Primo Levi 12, Torino

Organizzato da Comunità ebraica Torino

lunedì 18 novembre
"Haim Nachman Bialik, il poeta della rinascita"
Da Gerusalemme a Gerusalemme

Organizzato da AEC, Università della Terza Età

lunedì 18 novembre, ore 18.00
Welfare e giustizia sociale, Question Time nel mondo ebraico
Piattaforma Online

Organizzato da Ucei

lunedì 18 novembre
Contrasto all'antisemitismo
Biblioteca Tullia Zevi, Lungotevere Sanzio 5, Roma

Organizzato da UCEI, UNAR, FADE

martedì 19 novembre, ore 21.00
"Perché sei fuggito di nascosto, mi hai ingannato…"
Lettura polifonica di Genesi/Bereshit
Centro sociale Comunità, P.tta Primo Levi 12, Torino

Organizzato da Comunità ebraica, Chiesa valdese, Chiese Battiste, AEC, Centro Teologico Padri Gesuiti, Fondazione Martini

mercoledì 20 novembre, ore 17.00
Presentazione "Aggiustare l'Universo"
Centro sociale Comunità
P.tta Primo Levi 12, Torino

Organizzato da ADEI-Wizo

22 – 24 novembre
XXX Congresso Ordinario UGEI
Milano

Organizzato da UGEI

sabato 23 novembre, ore 19.30
Torino 1424-2024 – Seicento anni di presenza ebraica Serata di Gala
Museo Nazionale Risorgimento Italiano Piazza Carlo Alberto 8

Organizzato da Comunità ebraica Torino

domenica 24 novembre, ore 9.00
Torino 1424-2024 – Seicento anni di presenza ebraica Convegno
Centro sociale Comunità, P.tta Primo Levi 12, Torino

Organizzato da Comunità ebraica Torino

martedì 26 novembre, ore 21.00
Le donne del 7 ottobre
Centro sociale Comunità, P.tta Primo Levi 12, Torino

Organizzato da Comunità ebraica Torino, ADEI-Wizo

26-27 novembre            
La stampa ebraica italiana: esperienze, indirizzi e contesti
Biblioteca Tullia Zevi, Lungotevere Sanzio 5, Roma

Organizzato da FBCEI, UCEI, CDEC, RMI
 

CALENDARIO EVENTI SETTEMBRE 2024

TORINO 1424-2024 SEICENTO ANNI DI PRESENZA EBRAICA

Il 2024 segna i seicento anni dalla nascita della Comunità ebraica a Torino. Il 17 giugno 1424, infatti, il Consiglio municipale deliberava di accogliere la richiesta degli Ebrei, giunti in Piemonte una ventina di anni prima dopo l’espulsione dalla Francia nel 1394, di insediarsi in città e ne stabiliva le modalità.
Tutta la storia ebraica piemontese origina e si snoda da questo avvenimento: la sua espansione sul territorio, i suoi sviluppi economici, sociali e demografici sono strettamente connessi e conseguenti alle vicende del Ducato sabaudo. Dalla discesa in Piemonte di Amedeo VIII alla rinascita dello Stato con Emanuele Filiberto, dall’età francese all’assolutismo regio, dal Regno di Sardegna a Napoleone, dallo Statuto albertino e dalle Lettere patenti di Re Carlo Alberto che concedevano l’emancipazione agli Ebrei dopo il triste periodo della reclusione nei ghetti, alla partecipazione alle guerre risorgimentali all’Unità d’Italia.
E quindi le vicende nei secoli successivi, dal rilevante contributo, anche di sangue, degli Ebrei alla Prima Guerra Mondiale all’avvento del fascismo e alla promulgazione delle leggi razziste, alla Shoah, alla Resistenza e alla nascita della Repubblica con una Costituzione che riconosce parità di diritti a tutti i cittadini, che consentirà la faticosa ripresa della vita della Comunità nel dopoguerra, sviluppatasi poi fino ai giorni nostri con una notevole vivacità culturale e intellettuale, pur nelle sempre maggiormente ridotte dimensioni numeriche.
Sei secoli di una storia tra momenti di vita sostanzialmente serena con una buona convivenza con la maggioranza e altri dolorosi, dal confinamento nei ghetti fino a quelli tragici con la perdita dei diritti e quindi con la persecuzione nazi-fascista e lo sterminio di tanti suoi figli. Ma sempre con un ruolo importante svolto nella società, grazie al rilevante contributo di molti suoi illustri esponenti nei campi delle scienze, delle arti, della letteratura.
La Comunità Ebraica di Torino, in collaborazione con la Fondazione Scuola Rabbinica Margulies-Disegni e l’Archivio Ebraico Terracini, intende celebrare tale significativa ricorrenza con un Convegno che si propone di analizzare, sotto diversi punti di vista, questi seicento anni di storia piemontese.
L’ideazione dell’articolato e variegato programma è stata curata dall’apposito Comitato Scientifico nominato dal Consiglio della Comunità, composto dal Prof. Alberto Cavaglion, dalla Prof.ssa Renata Segre e da Rav Alberto Somekh, ai quali va il nostro sentito ringraziamento.
Le celebrazioni prenderanno l’avvio la sera di sabato 23 novembre p.v. a partire dalle ore 19.30 nella Sala del Parlamento italiano del Museo Nazionale del Risorgimento in Palazzo Carignano, con i saluti delle Autorità, cui faranno seguito una lectio magistralis da parte del Prof. Giovanni Levi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e un concerto dell’ensemble Salomone Rossi. Nel corso della serata verrà anche offerto un rinfresco a tutti i partecipanti.
Il giorno successivo, domenica 24 novembre, si svolgerà, dalle ore 9.00 alle ore 18.00 nella sala del Centro sociale della Comunità, il Convegno dedicato alla presentazione di relazioni originali e significative sui sei secoli di presenza degli Ebrei a Torino e sul contributo che gli stessi hanno apportato alla storia, alla cultura e alla vita della città.
Ripercorrere insieme ad autorevoli studiosi italiani e stranieri i seicento anni di vita ebraica a Torino intende rappresentare non soltanto un invito alla conoscenza e alla riflessione su una storia importante e probabilmente assai poco conosciuta, ma anche e soprattutto uno stimolo a un rinnovato impegno di tutti gli Ebrei torinesi per la prosecuzione di una presenza attiva e portatrice di valori della nostra Comunità al suo interno e nella società di cui essa rappresenta una componente essenziale.

DARIO DISEGNI

A questo link è possibile vedere l’intero programma dei due giorni

Fratelli umani udite

Pubblichiamo il testo dell’introduzione di Fabio Levi, Presidente del Centro Internazionale di Studi Primo Levi, alla scelta dei tre testi di Primo Levi sul tema della famiglia che sono stati letti dall’attrice Irene Paloma Jona il 15 settembre nell’ambito della Giornata Europea della Cultura Ebraica.

Vorrei iniziare precisando da quali testi sono tratti i brani che Irene Paloma Jona vi leggerà subito dopo questa mia breve introduzione. Il primo è La mia casa, pubblicato in “AD Architectural Digest” nel 1982 e raccolto poi ne L’altrui mestiere uscito tre anni dopo. Il secondo è la versione definitiva di Argon, primo degli scritti che compongono Il sistema periodico pubblicato nel 1975. Il terzo è una poesia, Nel principio, compresa nella raccolta L’osteria di Brema del ’75 e poi riproposta in Ad ora incerta del 1984. Testi dunque di intonazione diversa: per cominciare quello che potremmo definire un elzeviro, poi un racconto di ampio respiro storico e infine un componimento poetico di sapore biblico.
In tutti i tre casi il tema della famiglia emerge in modo non proprio diretto, esplicito, ma da notazioni di luogo, di tempo, da avvenimenti e da personaggi particolari, che aprono ogni volta prospettive originali e molto diverse fra loro, sollevando interrogativi di non poca importanza.
La mia casa descrive l’abitazione di corso Re Umberto, a Torino, in cui Levi è vissuto sin dalla nascita e poi con la moglie e i figli per tutta la vita, seppure con alcune “involontarie interruzioni”: un luogo capace di soddisfare i “bisogni primari: spazio, calore, comodità, silenzio, privatezza” e con cui lo scrittore dice di aver mantenuto un rapporto “inavvertito, ma profondo, come si ha con le persone con cui si è convissuto a lungo”, prime fra tutte quelle di famiglia. 
Quel rapporto, con la casa e con chi vi abita, è quasi impalpabile perché è fatto di gesti ripetuti tante volte in momenti e condizioni differenti, e proprio per questo pieni di significato. Gesti vissuti intensamente, ma che è difficile e non ha gran senso raccontare ad altri; se non in casi eccezionali, quasi per necessità, come ad esempio nella poesia 12 luglio 1980 indirizzata alla moglie Lucia in occasione del suo cinquantesimo compleanno, ma solo per allusioni, con pudore estremo e una punta di autoironia.
Ne La mia casa, in primo piano sembrano essere gli oggetti, gli oggetti concreti, laddove il superfluo è quasi assente: un parapioggia grondante, una grossa chiave, un bastone da passeggio. Quanto ai componenti della famiglia, essi compaiono al completo uno dopo l’altro – il padre, la madre, la moglie, i figli -, ma li incontriamo solo di sfuggita, fra una stanza e l’altra. Quasi evanescenti agli occhi del lettore, ma come punti fermi di una vita per lo scrittore.
Ad essi si aggiungono altri personaggi, non meno sfocati ma pur sempre importanti: lo zio Corrado, la “favolosa donna fissa”, i parenti e gli amici sfollati in casa Levi durante la guerra, e altri. La famiglia è un mondo solidamente strutturato, ma all’occorrenza, e proprio per quella sua trama forte, è capace di aprirsi e di allargare i suoi confini.
Con Argon il quadro ci appare molto diverso. È come se facessimo un salto di dimensione. Lo spazio del racconto, ben oltre i muri di una singola casa, comprende l’intero Piemonte fino a focalizzarsi, dopo un accenno al paese di Bene Vagienna, residenza dei Levi per buona parte dell’800, su Torino e su un “alloggio fosco e cieco” in fondo a via Po. L’arco temporale è ben più ampio e parte dal 1500 per estendersi a grandi falcate ai decenni successivi all’emancipazione degli ebrei concessa dai Savoia nel ’48, fino a chiudersi negli anni ’20 del secolo scorso. In quello spazio e in quel tempo si muove “con un atteggiamento di dignitosa astensione” un brulicante novero di “zii” e di “zie”, di “barba” e di “magne” La narrazione procede attraverso ritratti folgoranti dei loro comportamenti spesso sorprendenti. È il mondo degli antenati dove la rete dei rapporti parentali si sovrappone e si confonde con quella dei rapporti intracomunitari. Le notizie sugli uni e sulle altre si tramandano attraverso le generazioni, senza troppo badare alle reali distanze nel tempo o nelle linee di discendenza, per arrivare alla fine ad alcune pennellate incancellabili su nonna Malia e sul padre di Levi.
Quel gruppo di famiglia allargato si distingue per alcuni tratti inconfondibili: un’intima inerzia dovuta forse a una storia più povera di quella vissuta da altre comunità ebraiche in Italia e in Europa; il fatto di non essere molto amato né molto odiato dai gojim, responsabili però di aver creato una “parete di sospetto” cui la minoranza oppone una “barriera simmetrica” non priva di orgoglio. Quel “mondo famigliare arguto, mite e assestato” non disdegnava d’altra parte di mescolarsi a volte con alcuni cristiani, facendo dei propri confini un luogo sfrangiato nella composizione e nei comportamenti. E per presidiare quei confini faceva uso di un “gergo particolare” dotato di una “funzione dissimulativa e sotterranea”; esso era frutto dell’incastro di termini ebraici nel dialetto piemontese e, anche nella sua comicità, rifletteva sia il contrasto “essenziale” fra l’ebraismo della diaspora e la “miseria quotidiana dell’esilio”, sia “quello insito nella condizione umana, perché l’uomo è centauro, groviglio di carne e di mente, di alito divino e di polvere”.
Ecco allora che il mondo degli antenati, la famiglia delle origini si presenta in un alternarsi nella memoria di colori forti e sfumati e, nella realtà, come il frutto della relazione complessa e contraddittoria fra mondo ebraico e mondo circostante, fra una cultura fortemente caratterizzata e l’universalità della condizione umana.
Infine la poesia Nel principio ci costringe a un ulteriore e vertiginoso salto di scala. Ai “fratelli umani”, tutti, Levi rivolge un richiamo severo: a riconoscersi tali nel nome di “nostro padre comune e nostro carnefice”, il “globo di fiamma, solitario, eterno” che, esplodendo “venti miliardi d’anni prima d’ora” diede la nascita a ogni cosa. In una tale prospettiva, alla famiglia umana, nel suo dolore, nelle fatiche di ogni giorno, negli occhi della donna amata, fino alla mano dello scrittore, non sono posti confini.
Di tutto questo sentirete nella lettura che sta per iniziare. Ma prima di metterci all’ascolto vi chiedo ancora un momento per potervi spiegare la scelta e l’accostamento dei tre testi cui ho appena accennato. 
Nell’opera dei grandi autori siamo spesso tentati di cercare risposte alle nostre domande esistenziali. Nel caso di Levi, ad avere simili aspettative potremmo però rimanere delusi. Le sue pagine ci aiutano sì a entrare in mondi diversi, aprono in molte direzioni, ma più che dare certezze sollevano soprattutto interrogativi.
Sarete posti ora di fronte a tre situazioni diverse, che però fra loro hanno in comune almeno due elementi. Il primo è che di tutte lo scrittore si sente parte a pieno titolo. Il secondo è che quel suo sentirsi parte insieme ad altri è definito da termini – zio, zia, padre, fratelli, ecc. – che hanno una chiara connotazione parentale, come se l’ambito famigliare cui egli mostra di appartenere ogni volta si estendesse progressivamente, dal nucleo ristretto dei suoi congiunti più cari alla famiglia delle origini e all’ambito comunitario, fino alla famiglia umana; col che quei termini finiscono ovviamente per assumere significati, e dunque anche valori, via via diversi.
Ed è proprio su quelle diversità che vorrei orientare l’attenzione di tutti voi, tenendo conto ognuno della vostra esperienza e delle maggiori o minori affinità con il contesto ebraico piemontese di cui Primo Levi era figlio. Chiediamoci: fin dove si estendono i confini della famiglia nucleare e quali fattori favoriscono o meno la sua capacità di accoglienza? Come si pone il rapporto con le nostre origini e la relazione fra la famiglia e il gruppo o la comunità di appartenenza in un contesto determinato? Come può essere vissuto il passaggio, troppo spesso tutt’altro che lineare, fra la specifica appartenenza e una dimensione universalmente umana?

Fabio Levi

A questo link sul canale Youtube è possibile vedere la lettura integrale dei testi dall’attrice Irene Paloma Jona

Giornata Europea della Cultura Ebraica – Matteo Bergamaschi

Pubblichiamo la lettera del Prof. Matteo Bergamaschi che ha partecipato, a nome dell’Arcivescovo di Torino Mons. Roberto Repole, alla Giornata Europea della Cultura Ebraica 2024:

 

Buongiorno, porto i saluti dell’Arcivescovo mons. Repole e della Commissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, a cui aggiungo i miei più cordiali saluti personali, alla Comunità Ebraica di Torino, in modo particolare al suo presidente dott. Disegni e a rav Finzi, e a tutti i presenti.

Il tema scelto per la Giornata Europea della Cultura Ebraica di quest’anno – la famiglia – è estremamente interessante e attuale. Come ricordato nel materiale messo a disposizione dall’UCEI, le famiglie di cui narra la Bibbia non sono mai idealizzate: esse sono invece raffigurate nella loro complessità, nei loro difetti e limiti, persino nei loro aspetti problematici e conflittuali – pensiamo ad esempio ad Adamo ed Eva, o alle famiglie dei patriarchi. Esse non sono aliene né da crisi di coppia né da conflitti tra fratelli, eppure l’agire divino si fa strada proprio nella fragilità dell’umano, aprendo percorsi di vita in situazioni altrimenti «bloccate», e rendendo questi percorsi fonte di benedizione per altri, così che è proprio questa fragilità e a volte precarietà dei nostri legami famigliari a diventare generativa, feconda.

In aggiunta, il tema della famiglia assume una prospettiva più ampia, dal momento che diventa un paradigma per pensare le relazioni tra gli esseri umani in generale. L’UCEI ha ricordato i nomi di rav Benamozegh, pioniere del dialogo tra ebraismo e cristianesimo, il quale ha sottolineato come per l’ebraismo l’umanità sia una grande famiglia il cui padre è Dio, e che l’elezione di Israele corrisponde alla funzione sacerdotale del figlio maggiore, che svolge dunque il proprio incarico nell’interesse di tutti. Si è inoltre ricordato anche rav Sacks: nel suo Non nel nome di Dio, egli spiega che appartenere alla famiglia dell’umanità, e in modo particolare alla famiglia di Abramo, comporta il riconoscere che ciascuno è benedetto da Dio, ciascuno è prezioso nella sua particolarità e nello specifico ruolo che esercita nella storia.

Personalmente, quando mi sono cimentato con il materiale fornito per questa Giornata, si è destato in me il ricordo di un autore che mi è molto caro, che ha rappresentato uno snodo decisivo nel mio percorso di studi: Emmanuel Levinas. Nel suo capolavoro, Totalità e infinito, l’autore tratta estesamente il tema della casa, cui è connesso quello della famigliarità. Scrive infatti: «La casa […] non è possesso nello stesso senso delle cose che può raccogliere e custodire. Essa […] è da sempre luogo di ospitalità per il suo proprietario». Ecco, credo che un potente messaggio suscitato dall’eredità biblica sul tema della casa e della famiglia sia proprio questo: attraverso la famiglia e la sua casa facciamo esperienza di essere prima di tutto degli accolti. In una società che sembra dominata dalla logica del business e degli affari, c’è prima di tutto l’evento di un’ospitalità, di un’accoglienza; e questo ci pone anche nelle condizioni di essere sensibili e aperti a coloro che bussano alle porte delle nostre case, domandando quell’ospitalità di cui siamo i custodi.

 

Prof. Matteo Bergamaschi

Discorso di Dario Disegni, Presidente della Comunità ebraica di Torino, città capofila della XXV edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica 2024, svoltosi il 15 settembre:

 

Autorità, rappresentanti delle confessioni religiose e delle Istituzioni, cittadini, ho l’onore di porgerVi il benvenuto della Comunità Ebraica di Torino alla XXV edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, che quest’anno vede Torino come città capofila a livello nazionale.

Correva l’anno 1424 quando gli Ebrei giunti in Piemonte una ventina di anni prima, dopo l’espulsione dalla Francia nel 1394, venivano ammessi ufficialmente a Torino. Sei secoli quindi di ininterrotta presenza, segnata da momenti di buona convivenza con la maggioranza e da altri di restrizioni e confinamento nei Ghetti fino all’emancipazione decretata da Carlo Alberto nel 1848, che portò gli Ebrei piemontesi a una intensa partecipazione alle guerre risorgimentali e poi alla prima Guerra Mondiale, quindi dalle persecuzioni razziali e dalla Shoah fino alla faticosa ripartenza nel dopoguerra e alla ricostruzione di una piena vita comunitaria, caratterizzata da notevole vivacità culturale e intellettuale, pur nelle ridotte dimensioni, grazie anche alla presenza di grandi figure di letterati, artisti e scienziati.

Quale migliore occasione per scegliere quindi, come ha fatto l’UCEI, Torino quale città capofila dell’edizione 2024 di questa importante manifestazione?

La GECE rappresenta da sempre una straordinaria vetrina per raccontare la storia e la cultura del mondo ebraico, con particolare riferimento a quello della Penisola e della città di anno in anno di riferimento, attraverso dialoghi, dibattiti, eventi teatrali e musicali, visite a Sinagoghe e cimiteri, degustazioni di prodotti tipici della cucina ebraica. Un’occasione fondamentale di incontro con la cittadinanza e di conoscenza di una realtà, spesso sconosciuta o presentata in maniera superficiale se non scorretta, vero antidoto quindi al pregiudizio e all’ostilità.

Non fa eccezione l’edizione di quest’anno, dedicata a un focus sul tema della famiglia, un concetto centrale nella vita ebraica, che verrà declinato in svariate modalità nel corso dell’intera Giornata.

L’Ebraismo, a partire dalla Torah – il Pentateuco – si racconta attraverso una storia, con lo scopo di trasmetterla e comunicarla, narrando “perché tu racconti alle orecchie di tuo figlio e del figlio di tuo figlio” (Esodo10,2).

E Mosè nel Deuteronomio sottolinea, tra l’altro, l’importanza della famiglia, strettamente connessa al patto d’amore, di generazione in generazione, tra il Signore e il popolo ebraico: un rapporto intimo, che potremmo a buon diritto definire di familiarità.

Nel dare inizio a questa Giornata, desidero innanzitutto dare lettura del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha voluto onorare l’odierna manifestazione, in considerazione del suo alto valore, con l’assegnazione della Medaglia di rappresentanza del Capo dello Stato.

 

Dario Disegni

Di seguito pubblichiamo il discorso di Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, pronunciato a Torino – città capofila – il 15 settembre 2024 in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica:

Discordo Presidente UCEI

Pubblichiamo di seguito il messaggio del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella inviato alla Presidente UCEI Noemi Di Segni in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica 2024, svoltosi il 15 settembre in tutta Italia, con Torino città capofila. Il messaggio è stato letto il mattino della Giornata, all’interno dei saluti delle Autorità.



Messaggio Presidente Repubblica GECE 2024

Calendario Eventi Settembre 2024

sabato 14, domenica 15 settembre
GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA 2024
Centro sociale, P.tta Primo Levi 12, Torino
Organizzato da Comunità ebraica, UCEI

domenica 15 settembre
26° Marcia “Attraverso la Memoria”
Colle di Finestra – Valle Gesso
Organizzato da Comune di Borgo San Dalmazzo

giovedì 26 settembre, ore 18.00
Presentazione ultimo libro di Sergio Della Pergola: “Essere ebrei oggi”, edito da Il Mulino
Organizzato da AEC con la libreria Claudiana, la Comunità, Anavim e GSE

CALENDARIO EVENTI GIUGNO 2024

Bando di Ricerca Educatori per Attività Giovanili Ebraiche

Pubblichiamo di seguito il Bando di Ricerca e Selezione di Educatori per le Attività Giovanili Ebraiche da inserire nell’Ufficio Giovani Nazionale dell’Area Cultura e Formazione UCEI.

Bando di Ricerca Educatori per Attività Giovanili Ebraiche
L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) è alla ricerca di educatori esperti per attività giovanili ebraiche da inserire nell’Ufficio Giovani Nazionale dell’Area Cultura e Formazione.

Profilo del Candidato Ideale:

  • Esperienza nel campo dell’educazione informale presso movimenti giovanili o altri enti ebraici.
  • Predisposizione al lavoro di gruppo.
  • Età consigliata: 18 – 25 anni.
  • Titolo di studio: Diploma di maturità.
  • Conoscenza della lingua ebraica.

Costituiscono Titoli Preferenziali:

  • Partecipazione a corsi del CRI – Collegio Rabbinico Italiano e/o del CDL – Corso di Laurea in Studi Ebraici dell’UCEI.
  • Iscrizione o laurea in materie umanistiche/sociali ed educatori professionali.
  • Studi ebraici in Italia e all’estero (mechina, hacshara, etc.).

Descrizione del Lavoro:

  • Svolgere attività di educazione informale, con particolare attenzione alle piccole comunità ebraiche italiane.
  • Le attività si svolgeranno principalmente di domenica o durante l’intero weekend.

Formazione e Impegno:

  • Il candidato dovrà impegnarsi a frequentare almeno 3 seminari di formazione organizzati nel weekend dall’UCEI.

Inizio Collaborazione:

  • Ottobre 2024.

Disponibilità Richiesta:

  • Soprattutto durante la domenica e nel weekend.

Come Candidarsi: Gli interessati dovranno inviare i seguenti documenti all’indirizzo email info@ucei.it:

  • Curriculum Vitae (con autorizzazione al trattamento dei dati personali).
  • Lettera motivazionale.

Scadenza Domande: Le domande dovranno pervenire entro e non oltre il 25 agosto 2024.

Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Area Cultura e Formazione – Ufficio Giovani Nazionale

L’Unione delle Comunità ricerca un professionista e/o operatore sociale per l’attività del SERVIZIO SOCIALE TERRITORIALE di supporto alle Comunità. L’obiettivo è di consolidare la rete di supporto e la sussidiarietà comunitaria nel territorio italiano, suddiviso in funzione delle sedi comunitarie in tre macroaree (nord-est, nord-ovest e centro sud). Sono escluse dal presente Bando le Comunità di Roma e Milano già dotate di servizi sociali autonomi.
L’ area che necessita la copertura è il nord-ovest e comprende nel circondario le Comunità di: Torino, Vercelli, Casale Monferrato, Bologna, Genova, Modena.
Le domande dovranno pervenire all’UCEI entro e non oltre il 22 luglio 2024, via mail all’indirizzo: info@ucei.it
La domanda dovrà contenere:

  • Curriculum vitae accademico e/o professionale aggiornato, con autorizzazione al trattamento dei dati sulla privacy
  • Lettera motivazionale

Di seguito il bando completo con le specifiche richieste:

BANDO