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In memoria di Rav Sacks z”l (DICEMBRE 2020 – I pagina)

by Tedesco (URT e ArcT) / 17 November 2020 – א׳ בכסלו ה׳תשפ״א / Published in Highlighted Article

Dire che il 2020 sia stato un annus horribilis è un’affermazione di una banalità disarmante, ma se pensiamo ai personaggi di primissimo piano che il mondo ebraico ha perso a vari livelli, mondiale, nazionale e locale, non potremo che giungere, nostro malgrado, a questa scontata considerazione.  

Dopo la scomparsa di Rav Steinsaltz appena tre mesi fa, un altro gigante del mondo rabbinico, Rav Jonathan Sacks z”l, ci ha prematuramente lasciato, creando un vuoto che sarà difficile colmare.  

Cerco di spiegarmi meglio: Rav Sacks era capace di esprimere un approccio alle cose, almeno rapportandosi al mondo religioso contemporaneo, unico nel proprio genere, che arricchiva innegabilmente quanti entrassero a contatto con il suo pensiero, componendo in un quadro ammaliante universale e particolare.  

Rav Sacks aveva la capacità di elaborare dei messaggi pienamente ebraici avvalendosi delle categorie proprie dei più svariati ambiti dello scibile umano: letteratura, storia, filosofia, psicologia, tecnologia, neuroscienze. Ogni avvenimento di questo mondo aveva una propria lettura ebraica, e ogni episodio biblico trovava il suo corrispettivo nelle ultime novità della letteratura scientifica. Con la sua opera ha mostrato al pubblico ortodosso la compatibilità della vita moderna con la religiosità ebraica, e al mondo intero la dignità della tradizione ebraica, esprimendo delle idee chiare, con un linguaggio alto, ma comprensibile a tutti.  

Per molti anni è stato la voce ebraica più ascoltata al mondo, prendendo posizione, a volte anche in modo scomodo, su temi cruciali e a noi tutti cari come l’antisionismo, l’antisemitismo, l’identità ebraica, la centralità della famiglia, la crisi della società occidentale. Le sue riflessioni sui temi della responsabilità e della speranza sono illuminanti e ispirative. 

Per comprendere la portata e la vastità della sua influenza, basti pensare che a un festschrift in suo onore hanno preso parte, oltre a numerosi rabbanim e personalità di spicco del mondo ebraico, due dei principali filosofi degli ultimi decenni, Alasdaire MacIntyre e Charles Taylor.  

In Italia sono stati pubblicati due suoi volumi, che si interessano delle strategie da attuare per scongiurare lo scontro di culture e religioni, La dignità della differenza e Non nel nome di D. Il secondo libro in particolare fornisce una lettura molto affascinante di uno dei testi, a dispetto delle apparenze, più difficili all’interno della nostra tradizione, il libro di Bereshit, che gli era molto caro perché attraverso il proprio stile esprimeva l’idea fondamentale dell’ebraismo, che portiamo D. nel mondo per mezzo di atti e interazioni quotidiane. Spero che nei prossimi anni questo lavoro possa continuare, rendendo disponibili i numerosi volumi che Rav Sacks, con la sua sapiente eloquenza, ha scritto.  

Rav Sacks ha espresso molte idee degne di essere approfondite. Sicuramente per una generazione di insegnanti ha rappresentato un riferimento imprescindibile, e mi auguro che molti sappiano mettere a frutto quanto hanno appreso da lui. Come amava dire “i buoni leader creano seguaci, i grandi leader creano leader a propria volta”. 

Abbiamo perso uno dei personaggi più capaci e stimolanti nell’orizzonte intellettuale ebraico degli ultimi decenni, ma forti degli stimoli che abbiamo ricevuto dobbiamo raccogliere le forze per andare avanti e crescere sempre di più. Yehì zikhrò barukh, sia il suo ricordo di benedizione.  

 

Rav Ariel Di Porto

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