Libri giugno

Sull’osservanza delle feste : descrizione delle festività, digiuni e giorni distinti di culto ebraico nel corso dell’anno raccolte da vari autori, ed esposti da me Raffael Benedetto Amar d’Alessandria, ad uso de’ Scolari, anno 1830 ; Raccolta di regole delle ceremonie religiose da osservarsi nelle sere 14.15.16 di Nissan, traduzione pratica rituale di me Raffael Benedetto Amar d’Alessandria ad uso de’ Giovanni Scolari per iniziarli ne’ Doveri della fede (1833) / Rav Raffael Benedetto Amar ; con un saggio introduttivo e note di Rav Alberto Moshe Somekh. – Livorno : Belforte, 2019. – 119 p. ; 21 cm G.VII.245

Legends of ancient Bukhara : first synagogue building in the city / [Robert Almeev]. – Bukhara : Bukhara State Architecture Art Museum-Reserve, [200.]. – 23 p.: ill. ; 21 cm. E.VIII.174

Torino tra leggi razziali e resistenza civile / a cura di Maura Baima, Luciana Manzo, Fulvio Peirone. – Torino : Archivio storico della città di Torino, 2019. – 283 p. ; 24 cm E.VIII.173

Non fuorvierà : una storia di famiglia / a cura di Claudia De Benedetti. – Livorno : Belforte, 2019. – 293 p., [3] tav. genealogiche ripiegate : ill. ; 30 cm

Un canguro alla porta / Eshkol Nevo ; illustrazioni di Martina Filippella ; traduzione di Raffaella Scardi. – Milano : Salani, 2019. – 1 volume : ill. ; 21 cm O.NAR.NEVE.2019

The Jewish Museum of Greece. – Athens : The Jewish Museum of Greece, 2013. – 287 p. : ill. ; 27 cm. E.VIII.183

 The book : a short history of the 2300-year Jewish presence in Thessaloniki / [designed by Hy Brazil]. – Thessaloniki : Jewish Museum of Thessaloniki, 2017. – 69 p. : ill. ; 21 x 24 cm E.VIII.184

Jewish sites in Thessaloniki : brief history and guide / Rena Molho and Vilma Hastaoglou-Martinidis. – Revised edition. – Athens : Lycabettus Press, 2017. – IX, 80 p. : ill. ; 21 cm E.VIII.185

Vietato studiare vietato insegnare : il Ministero dell’educazione nazionale e l’attuazione delle norme antiebraiche, 1938-1943 /a cura di Vinecenza Iossa e Manuele Gianfrancesco ; prefazione di Michele Sarfatti – Roma : Palombi editori, 2019. – 284 p. ; 22 cm E.VIII.186

 La lingua che visse due volte : fascino e avventure dell’ebraico / Anna Linda Callow. – Milano : Garzanti, 2019. – 214 p. ; 21 cm

Il Progetto “Le Vite de Le case e le cose”

Fondazione 1563 per l’arte e la cultura della Compagnia di San Paolo Prende avvio Le Vite de Le case e le cose, progetto che nasce dall’esperienza della mostra realizzata in occasione dell’80 anno di emanazione delle leggi razziali dalla Fondazione 1563 per l’arte e la cultura della Compagnia di San Paolo. Si tratta di un’attività di ricerca, collaborazione e intreccio tra le fonti cittadine e nazionali: a partire dalle pratiche nominative di sequestro e confisca dei beni ebraici, conservate nell’archivio della Compagnia di San Paolo (Fondo Gestione EGELI, Istituto di San Paolo di Torino), la ricerca procede tra le carte dei diversi archivi, cittadini e non solo, per ricostruire la storia delle persone, rilevando e testimoniando quanti e quali fossero gli ambiti della vita investiti dalla normativa del 1938 e delle leggi successive. La sezione dedicata sul sito http://le-case-e-le-cose.fondazione1563.it/le-vite/ (dopo aver aperto il sito, clikkare sulla fotografia di Silvio Segre) vuole essere un esempio di narrazione basata sui documenti che rende immediatamente nota la fonte archivistica. Le Vite si configura come un progetto di public history e di archivistica partecipata: si richiede infatti a quanti interessati – persone o famiglie – a indagare e rintracciare i percorsi biografici dei loro famigliari a partire dalle carte conservate nell’archivio della Compagnia di San Paolo, di contattare la redazione del progetto alla mail le-case-e-le-cose@fondazione1563.it.

Studiate Torah con le vostre mogli!

Due volte i Figli d’Israele si sono ribellati per mancanza d’acqua nel deserto. La prima volta, appena usciti dall’Egitto, H. comandò a Moshe di percuotere la roccia con la verga (Shemot 17,6). La seconda, avvenuta quarant’anni più tardi a Merivah, D. ordinò a Moshe di parlare alla roccia, ma Moshe tornò a batterla e come è noto fu duramente punito (Bemidbar 20, 7-13). Spiega il Chatam Sofèr che ogni generazione ha il suo linguaggio. I reduci della schiavitù erano abituati alla violenza. I loro figli d’altronde comprendevano il valore delle parole e della persuasione. L’errore di Moshe fu di non aver capito la transizione. Anche noi dobbiamo comprendere che la comunicazione di oggi non è più la stessa di trent’anni fa e ci spetta adeguare il nostro linguaggio a quello, totalmente mutato, dei più giovani.

Con questo messaggio Rav Yechiel Wasserman dell’Organizzazione Sionistica Mondiale si è rivolto ai circa duecento capi spirituali convenuti dal 13 al 15 maggio scorsi ad Anversa in Belgio per la 31^ Conferenza Generale dei Rabbini d’Europa. La rappresentanza italiana era costituita dai Rabbanim R. Di Segni, G. Di Segni, A. Spagnoletto e U. Piperno (Roma); A. Arbib e D. Sciunnak (Milano); G. Piperno (nuovo Rabbino Capo di Firenze), B. Goldstein (Modena) e il sottoscritto.

Il tema generale era la trasmissione della Torah e della Tradizione a fronte delle sfide del mondo contemporaneo. In quattro mezze giornate di lavoro sono state affrontate numerose tematiche. Il Rabbino Capo sefaradita di Eretz Israel Rav Itzchak Yossef ha tenuto una lezione sul rapporto fra tecnologia e Shabbat nell’ambito della sicurezza nei Battè ha-Kenesset e ha ribadito che si può permettere secondo la Halakhah l’uso di telecamere a circuito chiuso nella misura in cui chi viene ripreso non compie di sua intenzione alcuna azione finalizzata alla proiezione della sua immagine nel video. Il Rav si è solo raccomandato che le riprese non avvengano all’interno del Bet ha-Kenesset per non disturbare lo svolgimento delle Tefillot e la concentrazione che esse richiedono.

L’oratore di maggiore spicco è stato il Rav Asher Weiss dell’Istituto Darkhè Horaah di Yerushalaim, da considerarsi una delle maggiori autorità halakhiche viventi. Ha presieduto due sessioni: la prima dedicata all’importanza delle diagnosi prenatali e la seconda alla carne prodotta attraverso lo sviluppo delle cellule staminali dell’animale come alternativa alla macellazione. Entrambe le lezioni sono state precedute da un’introduzione fornita da uno scienziato specialista con l’ausilio di filmati e power point.

Con grande chiarezza e lucidità di pensiero Rav Weiss ha affermato che non ci si deve trincerare dietro posizioni fataliste in gravidanza, ma si devono compiere tutti quegli esami che possono mettere in luce sindromi o malformazioni. Non solo gli strumenti diagnostici sono oggi assai più precisi che in passato, ma consentono di intervenire per tempo con sofisticatissime tecniche di microchirurgia intrauterina. Un filmato ci ha mostrato la correzione del ventricolo di un feto eseguito in gravidanza di recente all’Ospedale Hadassah di Yerushalaim.

Rav Weiss ritiene che non sia invece opportuno utilizzare queste tecnologie d’avanguardia alla ricerca in base alla genetica di eventuali future patologie del nascituro in età adulta, per non condizionarne l’esistenza con una preoccupazione remota. Rav Weiss si è espresso anche sui vaccini richiamando risolutamente l’importanza dell’obbligo vaccinale compresa la trivalente (ha-chissun ha-meshullash), sostenendo che i dubbi sollevati da alcuni su una presunta nocività non hanno finora trovato nessuna conferma nella comunità scientifica internazionale.

Sul tema della carne prodotta da staminali Rav Weiss ha affermato che non vi è base halakhica alcuna per permetterne la consumazione con il latte come taluni proporrebbero. Derivando da cellule animali essa resta carne a tutti gli effetti e perché sia kasher si richiede che le cellule provengano da animali kasher sottoposti a regolare Shechitah se uccisi. In un’altra sessione, presieduta da Rav Israel Meir Levinger, Rabbino emerito di Basilea, si è parlato proprio della Shechitah e delle procedure di stordimento richieste in alcuni paesi (Inghilterra).

Un’intera sessione è stata dedicata al tema scottante dei ghiyurim dei bambini. Rav David Cohen della Yeshivat Chevron ha tenuto un’importante lezione in cui ha contraddetto coloro che pensano che, trattandosi di minorenni, l’accettazione delle Mitzwòt non costituisce un vero obbligo in questi casi. E’ su questa base che per l’addietro si era facilitanti in queste procedure. Interpretando il Talmud in profondità Rav Cohen ha dimostrato invece come l’accettazione delle Mitzwòt sia in questi casi a carico del Bet Din che se la assume per conto del bimbo in attesa che questi compia tredici anni e la faccia propria. Se a questo punto il giovane gher non osserva le Mitzwòt ecco che c’è il rischio di invalidare a posteriori l’intero atto. Per questo è necessario che il Bet Din valuti caso per caso a priori l’effettiva disponibilità della famiglia e della stessa Comunità a condividere pienamente e seriamente questo impegno non solo a parole.

A proposito di famiglia, si è parlato anche di quella del Rabbino. Rav Meir Goldvicht della Yeshuva University di New York ha affrontato questa problematica insistendo molto sull’importanza che il Rabbino ritagli rispetto al suo lavoro spazi particolari per i suoi figli e ha concluso suggerendoci di dedicare del tempo anche a studiare Torah con le nostre mogli. Un invito estensibile non solo ai Rabbini, ma a tutti!

Rav Alberto Moshe Somekh

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In riferimento alle manifestazioni di interesse per i lavori di restauro della Sinagoga di Alessandria lotto 1 e lotto 2, che la data del sorteggio prevista per giovedi 13/06 è stata annullata. La nuova data verrà pubblicata sul sito e comunicata direttamente per mail ai partecipanti

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